Come (e perchè) coltivare un sito web

7 Novembre 2025

Di Nicola Bonotto

Qualche giorno fa ho partecipato a Better Software, evento annuale organizzato da GrUSP che tratta il tema della sostenibilità digitale.

Il sito ufficiale è molto chiaro riguardo lo scopo dell’iniziativa:

“C’è chi scrive codice pensando solo alla delivery. E chi si chiede quale impatto avrà quel codice sul pianeta. BetterSoftware è per chi sceglie di fare la differenza: sostenibilità, etica, governance e innovazione per un IT che guarda al futuro. Il cambiamento parte da chi partecipa.”

Quest’anno ho portato un talk inedito e particolare, assieme a Caterina Amato di Tangible, che ringrazio. L’intervento è frutto del lavoro di rifacimento di due portali in ambito Sanità Digitale (ASL Vercelli e ASL 2 Abruzzo) su piattaforma WordPress, che da oltre un anno coinvolge Piano D e Tangible. Il titolo: “Non basta piantarlo. Coltivare i siti web.” Trovate le slide dell’intervento qui.

Avete letto bene, coltivare.

In questo articolo, oltre a raccontare il lavoro svolto per le ASL, descriverò questo nuovo approccio – che vuole suonare come una provocazione – perché sono convinto che sia una metafora potente, in grado di portare valore a tutte le figure coinvolte nella progettazione e manutenzione di un sito web.

Premessa: come trattiamo i prodotti digitali?

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambio di paradigma nel rapporto tra uomo e macchina. Con l’avvento dell’AI e soprattutto dei LLM, abbiamo la sensazione che la macchina sia “viva”, “intelligente”. Alcune persone arrivano addirittura a provare affetto, perchè questi algoritmi sono in grado di fornire risposte molto simili (a livello sintattico) a quelle di un essere umano. Chiaramente tutto questo è non poco fuorviante e davvero pericoloso.

Prima dell’avvento di queste tecnologie, gestivamo tutti i software – siti web compresi – come degli strumenti di lavoro, ed il rapporto con i software era paragonabile a quello che possiamo avere con una matita o una penna o un qualsiasi altro strumento di lavoro.

Con gli LLM a mio avviso abbia fatto un salto troppo ampio. Non è che tra il mondo inanimato e minerale della grafite di cui è costituita la penna e quello quasi umano del rapporto con i LLM ci sia qualcosa?

Del resto, sarebbe come dire che in natura tutto ciò che non parla o non si muove sia inanimato, non-vivo. Non ha senso, no?

Esistono eccome degli esseri viventi in grado di comunicare, pensare, agire per risolvere problemi – in altre parole intelligenti – senza muoversi o emettere suono. Mi riferisco al mondo vegetale.

I siti web e il mondo vegetale: molte similitudini

Il mondo vegetale e il mondo dei siti web hanno più aspetti in comune di quanto non si creda, anche se di primo acchito non si direbbe proprio; per esempio:

  • Entrambi comunicano attraverso un linguaggio non parlato. Le piante comunicano il loro stato di salute, o segnali di allarme verso altre piante o animali, spesso tramite la chimica, gli odori, i colori. I siti web, comunicano attraverso log, feedback degli utenti, dati da interpretare. Certo non è un linguaggio che siamo abituati ad utilizzare noi umani, ma in entrambi possiamo analizzare i segnali, attribuire dei significati.
  • Le piante non hanno organi centralizzati (a differenza di noi animali). Hanno una sorta di rete sensoriale distribuita lungo tutto il corpo che permette di pensare, digerire, comunicare, ecc. 
    Stefano Mancuso nel libro “Verde brillante” scrive: “la pianta è un essere divisibile, dotato di numerosi centri di comando, e con una struttura a rete non molto dissimile da quella di Internet”. Qui il paragone è quasi preoccupante.
  • Nelle piante (soprattutto quelle in vaso) è fondamentale mantenere una situazione di equilibrio tra parte aerea e parte interrata. Sul web possiamo immaginare la parte interrata come il datacenter che ospita il nostro sito web. In questi anni abbiamo perso la materialità delle risorse lato server, ma è fondamentale riprendere questa associazione, altrimenti continueremo a sovraccaricare di funzionalità, di contenuti, di media i nostri siti web, certi del fatto che il datacenter “reggerà il carico“, e che “tanto al limite aumentiamo un po’ le capacità server perchè costa poco“. Dovremmo agire invece sulla base delle risorse che abbiamo a disposizione, capendo se le funzionalità che stiamo implementando servano veramente, che cosa può essere sacrificato, che cosa deve essere invece mantenuto nel tempo. Lavorare in un ambiente a risorse finite, aiuta a gestire meglio il progetto e dà risultati più solidi nel medio termine. Se la nostra pianta ha una parte aerea troppo sviluppata, prima o poi collasserà sotto il suo stesso peso, perchè il vaso che la contiene non sarà sufficiente alla crescita necessaria alla parte aerea.
  • I vegetali sono il 99,5-99,9% della biomassa terreste, ma non ce ne rendiamo conto. Trattiamo i vegetali come fossero di seconda classe rispetto al regno animale. Sono per noi una specie di sfondo del quadro del mondo. Nonostante molte scoperte scientifiche siano state fatte prima nei vegetali (si pensi alla genetica, alla scoperta della cellula o ancora a quella dell’RNA) sono diventate famose al pubblico quando sono state “riscoperte” negli animali. Allo stesso modo i siti web ricoprono il 99+% di internet, ma diamo molta più importanza ai nuovi strumenti di IA e ne esaltiamo le funzionalità, spesso replicabili senza tali strumenti o addirittura già esistenti nei siti web da anni. Anche questo paragone tra siti web e AI, comparati al mondo vegetale e mondo animale, risulta molto calzante se non addirittura quasi preoccupante.

Potremmo continuare ancora, ma direi che la metafora è chiara. Da queste premesse nasce il nostro talk, riportato di seguito.

Non basta piantarlo: coltivare i siti web della sanità pubblica

In un mondo in cui i servizi digitali sono ormai parte integrante della vita quotidiana, pensare a un sito web come a un prodotto “definito una volta per sempre” è un errore che molte organizzazioni – pubbliche e private – continuano a commettere.
Un sito non è un oggetto statico, ma un organismo vivente. Cresce, muta, comunica, e come ogni organismo necessita di cura, attenzione e manutenzione costante.

Quando parliamo di siti web delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), questo aspetto diventa ancora più cruciale. Questi portali rappresentano infatti il principale punto di contatto tra cittadini e servizi sanitari, dovrebbero essere sempre semplici, molto puliti e efficienti, invece spesso si trasformano in giungle di contenuti, stratificazioni normative e interfacce datate.
Il risultato? Esperienze frustranti, difficoltà di accesso, sprechi di risorse e un impatto ambientale digitale – in termini di spreco di energia elettrica e accumulo di dati non necessari – tutt’altro che trascurabile.

Da questa riflessione nasce il nostro progetto: un percorso per ripensare i siti delle ASL come ecosistemi da coltivare nel tempo, non semplicemente da pubblicare una volta per sempre.

Le fasi del progetto: dall’analisi alla fioritura digitale

1. Analisi dello stato di salute

Si deve partire da un check-up, e noi con strumenti come Screaming Frogabbiamo analizzato la struttura dei siti esistenti, mappando tutte le URL, individuando contenuti duplicati e comprendendo la reale complessità informativa. Oltre a questo, abbiamo misurato l’impatto energetico dei portali (con sitigreen.it), il loro livello di accessibilità e la compliance al GDPR oltre che alle altre normative in essere.
È una fase diagnostica, essenziale per capire non solo cosa c’è, ma anche cosa serve davvero.

2. La potatura: eliminare per far crescere meglio

La sostenibilità digitale passa anche dal decluttering1. Molte sezioni dei due portali oggetto dell’intervento sono cresciute per accumulo, senza una logica editoriale o un coordinamento centrale.
Abbiamo lavorato insieme ai team interni per individuare le informazioni obsolete, superflue o ridondanti, lasciando spazio solo a contenuti chiari, aggiornati e di reale utilità per il cittadino.

3. Modellazione del vaso: architettura e design

Una volta individuato l’essenziale, abbiamo progettato una nuova architettura informativa e interfacce coerenti con una chiara identità visiva, ma perfettamente integrate con le linee guida di Designers Italia2.
Abbiamo unito accessibilità, performance e identità in un unico linguaggio, traducendo bisogni complessi in esperienze semplici e fluide.

4. Il rinvaso: dare nuova vita al sito

Il passaggio concreto è avvenuto con la creazione di un template WordPress a basso impatto energetico, progettato per essere performante e sostenibile.
I contenuti riorganizzati sono stati reintrodotti nel nuovo CMS, favorendo una gestione più intuitiva, trasparente e misurabile.
Questa fase è stata accompagnata da sessioni di formazione per le figure interne che avrebbero curato il sito nel tempo. Formare il personale ad un uso dei media più leggero e responsabile, ha permesso di migliorare le performance del sito in termini di tempo di caricamento delle pagine, accessibilità, indicizzazione sui motori di ricerca, consumi energetici e feedback di navigazione degli utenti.

5. La cura continua: il ruolo del giardiniere digitale

Un sito non resta in salute da solo. Serve una prassi di manutenzione attiva: monitoraggio costante, aggiornamenti periodici, lettura dei segnali che il sito invia attraverso analytics, log e feedback degli utenti.
Abbiamo lavorato per creare una governance editoriale sostenibile, in grado di mantenere equilibrio tra contenuti, struttura e performance.

Perché coltivare è meglio che rifare

L’approccio biologico al web design – quello che noi chiamiamo Sustainable Web Design – consente di risparmiare risorse economiche e ambientali, migliorare la qualità dell’esperienza utente e prolungare il ciclo di vita del sito.
Un sito “coltivato” cresce con la sua organizzazione, evolve in base ai feedback e rimane sempre accessibile e credibile; diventa così un vero strumento di trasparenza e fiducia tra cittadino e istituzione, e in qualche maniera “costringe” a fare delle scelte operative sulla base delle proprie capacità di gestione interne, responsabilizzando i manutentori

Conclusioni: il futuro della sanità digitale passa dalla sostenibilità

Il nostro lavoro sui due portali per la Sanità Pubblica dimostra che la sostenibilità digitale non è un concetto astratto, ma un percorso concreto fatto di metodo, collaborazione e responsabilità.
Significa scegliere tecnologie efficienti, semplificare i processi editoriali, ridurre l’impatto ambientale e, soprattutto, mettere le persone al centro.

Oggi la domanda che ogni organizzazione dovrebbe porsi è semplice:

👉 Il vostro sito web è una pianta rigogliosa che cresce grazie alla cura quotidiana, o un vaso dimenticato in un angolo del balcone digitale?

È il momento di tornare a coltivare, insieme

1 Processo di rimozione del superfluo — non di oggetti fisici, ma di dati, sistemi, strumenti, processi o codice che creano disordine, inefficienza o complessità inutile

Designers Italia è l’iniziativa nazionale promossa dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) per supportare la progettazione di servizi digitali pubblici semplici, accessibili e centrati sui bisogni delle persone.